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Questa settimana abbiamo inviato una nota all’attenzione del Capo della Polizia il Prefetto Lamberto Giannini, per chiedergli di valutare l’opportunità di rivedere i meccanismi di promozione effettuati mediante scrutinio. Ad oggi gli scrutini per le promozioni relative al personale dei ruoli Agenti, Assistenti, Sovrintendenti e Ispettori avvengono di norma una volta all’anno e in tale occasione vengono valutati gli avanzamenti per i quali è stato maturato il diritto l’anno precedente. Questo significa che l’avanzamento di qualifica viene accertato, a volte, anche con oltre un anno di ritardo. Inoltre, si devono aggiungere i tempi di registrazione e notifica, pertanto i passaggi di qualifica diventano effettivi mediamente non prima di un anno e mezzo dopo la maturazione del diritto. Il personale merita di vedersi riconosciuta subito la nuova qualifica, non solo come gratificazione rispetto al percorso professionale effettuato, ma anche per l’eventuale assunzione di nuove responsabilità e la connessa maggiore retribuzione. 

 

Oltre a questo, l’esperienza delle ultime stagioni concorsuali ha messo in luce il fatto che i reiterati ritardi nell’avanzamento di carriera e le conseguenti attribuzione della qualifica hanno prodotto a cascata conseguenze negative tanto sul versante della partecipazione ai concorsi, che su quello dell’esercizio dei diritti connessi. Infatti, talvolta, non è stata riconosciuta la prerogativa della conservazione della sede di servizio oppure non è stato possibile partecipare al concorso per i posti riservati, perché i colleghi non risultavano in possesso formalmente della qualifica necessaria all’atto di presentazione dell’istanza di partecipazione al concorso. In altre occasioni, in seguito al superamento di un concorso, non è stato possibile riconoscere l’assegno personale per la differenza di parametro perché non ancora formalmente acquisito. In entrambi i casi le ripercussioni negative delle lungaggini e i ritardi degli scrutini sono ricadute sui colleghi che talvolta sono stati anche costretti a ricorrere al contenzioso amministrativo. Per tutti questi motivi riteniamo indispensabile venga adottato il modello già previsto per il personale appartenente alla carriera dei funzionari e medici della Polizia di Stato, ossia che gli scrutini vengano fatti due volte all’anno. In questo modo sarebbe possibile per il personale di tutti ruoli ottenere la qualifica in tempo utile per poter valorizzare al meglio le proprie aspettative professionali e di poter partecipare ai concorsi facendosi riconoscere legittimamente i diritti acquisiti. Le competenti Commissioni potrebbero riunirsi nei mesi di luglio e gennaio di ogni anno, per adempiere tutte le attività connesse agli scrutini, sia per merito assoluto che comparativo. Siffatto meccanismo dovrebbe così determinare come punto di caduta un sistema di procedure di avanzamento sempre più rispondente a logiche di efficienza e tempestività, parametri fondamentali per il buon funzionamento della nostra Amministrazione.