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Il tema delle "regole di ingaggio" è stato più volte al centro delle nostre piattaforme rivendicative e oggi possiamo annunciare, con una certa soddisfazione, l’avvio di un percorso da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che è destinato a portare novità significative per il personale.
Nei giorni scorsi ho partecipato, come Segretario Generale, all’incontro con il Vice Capo Vicario della Polizia, Prefetto Alessandro Marangoni, finalizzato all’illustrazione delle iniziative che si intendono avviare per la questione dei cosiddetti "protocolli operativi". Si tratta di un argomento particolarmente delicato e rilevante, che sta molto a cuore al SAP.  Un tema da trattare con grande attenzione perché oggi più che mai si pone con forza la necessità di delineare con certezza i compiti e le mansioni dell’attività di polizia, con il precipuo scopo di salvaguardare i colleghi, lavorare in tranquillità ed evitare contenziosi penali e richieste di risarcimento. Nel corso della riunione, ho formulato alcune richieste che ritengo ineludibili. La prima è relativa al tipo di provvedimenti che l’Amministrazione intende adottare, pur in un percorso condiviso con il Sindacato. Ad avviso del SAP, infatti, occorrono delle norme primarie, delle Leggi dello Stato per essere chiari, al fine di non far trovare il personale nelle condizioni di eseguire le disposizioni di un regolamento o di una circolare che possono essere facilmente contestate.
L’altra questione che ho posto è relativa ad alcuni servizi – quelli di ordine pubblico in primis, ma anche quelli di volante e in genere tutti gli impieghi di ‘prima linea’ – che pongono i Poliziotti nelle condizioni di operare in maniera diretta e ravvicinata con ‘soggetti’ difficili da gestire, come gli squilibrati, i tossicodipendenti e gli ubriachi molesti, solo per fare degli esempi.  Ebbene, a chiare lettere ho chiesto che l’Amministrazione fornisca al personale strumenti che oggi, almeno in qualche caso, sono anche di libera vendita su internet, come spray urticanti o i teser, questi ultimi per altro già largamente in uso alle Forze di Polizia americane.  Strumenti che consentano di evitare il contatto diretto ed eventuali colluttazioni con i ‘soggetti’ che prima ho citato e che talvolta - le cronache lo raccontano – ci mettono nella condizione di finire sotto inchiesta da parte della magistratura.
Infine, ma non meno importante, ho posto precise richieste in merito alla Commissione di studio che l’Amministrazione ha annunciato di voler istituire proprio in relazione alla questione dei protocolli operativi. A mio avviso, è necessario che ne facciano parte esperti che vengono dall’esperienza operativa e tecnici che siano reali conoscitori della materia, così da assicurare un proficuo lavoro.
Il Vice Capo Vicario Marangoni ha ascoltato con grande attenzione le proposte del SAP e, per quel che riguarda la Commissione di studio, ha assicurato che sarà costituita da personale dell’Ufficio Legislativo e da tecnici competenti. Il Sindacato Autonomo di Polizia, per altro, prosegue nelle sedi opportune – a partire da quelle istituzionali e politiche – la battaglia sulle cosiddette “garanzie funzionali”, tema strettamente connesso alla questione dei protocolli operativi. In particolare, come è noto, noi chiediamo che non vi sia per i Poliziotti l’iscrizione obbligatoria nel registro degli indagati per fatti di servizio. Un nuovo procedimento giurisdizionale, quindi, per fatti compiuti nell’adempimento del proprio dovere o relativi all’uso delle armi.  Anche su questo il nostro impegno non si ferma e, anzi, da oggi prosegue con ancora maggior forza.
Orgogliosi di essere SAP!

dal Flash n.38 del 23 settembre 2013