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Editoriale del Segretario Generale Siamo stati costretti a diffidare il Questore di Roma, come riportiamo nell’articolo di apertura di questo Flash.
La situazione è obiettivamente molto grave.
Qui ormai stiamo sovvertendo non soltanto la verità, ma con disonestà intellettuale sfacciata si vuol cercare di cambiare l’ordine dei fattori in maniera arbitraria per dare una immagine della situazione diametralmente opposta alla realtà. I rappresentanti sindacali, come dimostrano i venti repressivi che stanno soffiando particolarmente forti negli ultimi giorni, in aperta violazione delle libertà sindacali costituzionalmente garantite, sono obbligati – proprio per evitare reazioni assolutamente inaccettabili, inopportune e anche ridicole – ad adempiere ai propri doveri previsti dalla natura stessa della funzione sindacale, in difesa degli interessi collettivi del personale e nella fattispecie da quanto previsto dalla 626/94 e dalla 81/2008, anche nascondendo le proprie generalità.
Si precisa che comunque non c’è nulla di illegittimo o di scorretto perché è lo stato di necessità, dovuto a comportamenti di altri fuori dall’ordinamento, che impone la legittima difesa.
Voglio ribadirlo. I rappresentanti sindacali, non per loro interesse, hanno denunciato la verità: caschi marci, giubbotti in scadenza, M12 superati, autovetture che fanno schifo, locali che sono latrine, senza contare il nodo fondamentale della formazione del personale che è totalmente deficitaria.
Basti pensare che l’ultimo corso Allievi Agenti, invece di essere rafforzato nei programmi e nel tempo anche per rispondere alla temuta insidia terroristica che si è affacciata in Europa, è stato accorciato di 4 mesi: sono partiti il primo ottobre scorso e finiranno il primo giugno! Di che parliamo???
Dev’essere pure chiara un’altra cosa: il rappresentante sindacale non deve chiedere l’autorizzazione all’Amministrazione. C’è solo un limite: non si può manifestare in divisa per non entrare in conflitto con l’articolo 17 della Costituzione (“I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi”). Non a caso i Vigili del Fuoco, come è successo spesso anche alle nostre manifestazioni, manifestano in divisa perché non hanno l’arma in dotazione.
Ma le denunce dei rappresenti sindacali non c’entrano niente con le manifestazioni e soprattutto è loro diritto farsi vedere o meno, televisivamente parlando, fosse solo per una scelta di natura comunicativa.
La vergogna non è denunciare le vergogne di altri.
Il bisticcio di termini è voluto.
Ad essere vergognosa è la nostra situazione e il tentativo di “restaurazione” del Viminale che cerca di coprire coloro che ne sono responsabili. Pertanto, come è ovvio, denunciare la vergogna significa denunciare i responsabili. Caro Questore di Roma, la situazione che i suoi uomini hanno denunciato non dipende da loro. Non è colpa loro.
Nono sono loro a creare “nocumento all’immagine dell’Amministrazione”, è la situazione che è vergognosa e le responsabilità non possono essere addebitate agli Eroi in divisa che ogni giorno rischiano la vita.
Lei, caro Questore, da amministratore del personale si ponga un quesito, sia dal punto di vista giuridico che da quello morale, su chi debba ricadere la responsabilità di questa situazione.
I colleghi sono Eroi, posso ripeterlo all’infinito, non certo dei carrieristi. Non aspettano una promozione o un lauto incarico post pensione, ma vogliono solo servire il proprio Paese per guadagnarsi la pagnotta.
Con dignità.
Caro Questore, si passi una mano sulla coscienza.
E faccia le sue (opportune) valutazioni.