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Il 24 e il 25 maggio scorsi, il SAP, attraverso il CESP, il Consiglio Europeo dei Sindacati di Polizia, ha consegnato una testimonianza particolarmente significativa ai delegati dei 45 paesi europei presenti alla conferenza sull’ “Attività di Polizia in un contesto di violenza e uso della forza”. La conferenza è stata organizzata dal Consiglio d’Europa nella sede di Strasburgo e ha messo a confronto due universi diversi: quello visto dall’interno degli uffici del Consiglio d’Europa e quello vissuto quotidianamente sulla strada dagli operatori di polizia. I lavori sono stati aperti da Christophe POIREL – a capo della Direzione dei Diritti dell’Uomo del Consiglio d’Europa – che aveva richiesto proprio un confronto su questo tema. Tema sul quale sono intervenuti ben quindici relatori nella loro funzione di vertice di istituzioni europee o dei loro paesi di provenienza. L’intervento di Ricardo VALADAS, presidente del CESP, è stato sicuramente il più diretto e concreto delle due giornate. Attraverso numeri e immagini ha fatto sobbalzare sulla sedia più di un delegato. I partecipanti sono rimasti, inoltre, particolarmente impressionati dalle immagini dei resti accartocciati di “Quarto Savona 15”. Allo stesso modo sono rimasti turbati dall’ apprendere come in Italia, ogni 3 ore e mezza, un appartenente alle forze dell’ordine subisce un’aggressione riportando delle lesioni personali e che dal 1961 al 2020 le vittime del dovere sono state ben 3.776. In un contesto europeo dove questi numeri a volte si ripetono, basti pensare alla Francia dove un operatore di polizia è aggredito in media ogni 3 ore, cioè 8 volte ogni giorno dell’anno, il Consiglio d’Europa è stato invitato a rivolgere maggiore attenzione a chi ha il compito di garantire la sicurezza dei cittadini, la salvaguardia dell’ordine pubblico e che, di conseguenza, fa crescere democrazia, economia e quindi benessere. Invito rivolto a quell’universo che non vive la realtà “sulla strada”, ma è tratto in inganno dai mass-media che per interessi di bottega talvolta deformano le notizie a senso unico, perdendo di oggettività. Molti paesi (ad esempio il Belgio, Cipro, l’Irlanda e tanti altri) hanno accolto e sostenuto il messaggio di forte rottura del CESP nei confronti di un’ideologia troppo lontana dalla realtà, fatta di quotidiane violenze contro i servitori delle Stato, per questo sempre più sotto stress. 

E qui si apre il doloroso capitolo dei suicidi che vede, l’Italia e anche tanti altri paesi alle prese con numeri spaventosi. Nell’articolato e ben dettagliato intervento, il CESP, presente anche con il Segretario Generale Jesus LIRA CALVA, il Segretario Generale aggiunto Massimo DENARIER nonché con la Consigliera Irena IVANOWSKA che ha svolto con grande successo il ruolo di moderatrice dei lavori della conferenza, ha sicuramente gettato le basi affinché il Consiglio d’Europa, la massima istituzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo, vada alla ricerca di un nuovo punto di osservazione, più reale e non strumentalizzato da quel partito trasversale dell’anti-polizia purtroppo presente ovunque e non solo nel nostro paese. Perché ci sono segnali molto preoccupanti per i cittadini, come quello sottolineato dal delegato dell’Irlanda il quale ha detto che “il vero pericolo è quando la polizia ha paura di usare la forza”, ovviamente riferendosi al suo uso legittimo. A tutti i delegati dei 45 paesi presenti, il CESP ha consegnato il libro “Nurturing the seeds of change”, la recente pubblicazione con gli obiettivi che la più grande organizzazione sindacale indipendente d’Europa si prefigge di raggiungere nei prossimi anni, tra cui il riconoscimento delle garanzie funzionali per gli operatori Purtroppo, il cammino non sarà facile né breve e lo dimostrano, come rilevato da Ricardo VALADAS l’atteggiamento di molti politici in tanti paesi europei. In particolare, il presidente del CESP ha citato l’esempio della Francia dove alcuni giorni fa, il leader del partito della sinistra, JeanLuc Mélenchon, ha urlato in un comizio di “sognare una Polizia che non picchi le donne e i lavoratori”, come se ciò rientrasse nei nostri compiti, e il caso della Spagna dove nelle elezioni del 28 maggio scorso, i partiti hanno candidato ben 44 terroristi, di cui 7 condannati per omicidio. In molti hanno apprezzato e commentato positivamente il messaggio conclusivo dell’intervento del CESP: un attacco alla Polizia è un attacco allo Stato. Concetto che purtroppo non è sembrato ovvio per tutta la platea degli intervenuti.

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