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Sembra che nell’ultimo periodo si stia ridando nuova linfa ad una narrativa ben conosciuta ossia puntare il dito contro le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine per trasformarci in terreno di scontro politico. Nel giro di pochi giorni si sono verificati numerosi casi in cui si
è voluto, coscientemente, strumentalizzare l’operato delle Forze di Polizia. Iniziando con i fatti della Sapienza, dove ribadiamo, che i colleghi hanno agito solo per garantire lo svolgimento di legittimi diritti. Per passare agli avvenimenti che hanno portato allo sgombero del non autorizzato rave party di Modena, in cui non vi è stato nessuno scontro tra Forze di Polizia e i giovani presenti, fino ad arrivare alla disgustosa vignetta pubblicata da “Il Fatto Quotidiano”.
In tutti e tre gli episodi abbiamo assistito ad una chiara e palese strumentalizzazione mediatica. Riguardo alla vignetta dove si rappresentava un poliziotto in tenuta antisommossa nell’atto di colpire a sangue un soggetto e la conversazione che si attestava sul “É finita la pacchia” da parte del poliziotto alla risposta del colpito che diceva “Era solo dolcetto o
scherzetto”, l’abbiamo ritenuta talmente offensiva della dignità di tutti noi operatori delle Forze dell’Ordine che abbiamo dato mandato allo studio legale dell’avv. Valter Biscotti di presentare formale querela. Ribadiamo che le Forze di Polizia non hanno colore politico e che il nostro interesse è quello della difesa della legalità e della sicurezza di tutti i cittadini. 

Non vogliamo diventare terreno di scontro politico, perché gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine hanno l’obbligo e il dovere di garantire, come già ribadito, la legalità e la sicurezza dei cittadini nel rispetto delle leggi. Strumentalizzare il nostro operato per altri fini non solo lede la nostra dignità ma mette a repentaglio anche il ruolo che siamo chiamati a svolgere e l’autorevolezza della nostra funzione. Serve un cambio di mentalità nei confronti degli operatori delle Forze dell’Ordine che sarà raggiunto solo quando i genitori, che vedendo l’auto della Polizia, non si rivolgeranno al loro bambino intimorendolo con “fai il bravo altrimenti ti portano via!” invece con un rassicurante “qua possiamo stare tranquilli, guarda c’è la polizia”. E’ indispensabile un salto culturale da parte di tutti e questo può avvenire solo attraverso una corretta comunicazione da parte della politica, di chi ha un ruolo istituzionale e da chi governa i media. Va fatto comprendere che il nostro è un SERVIZIO per la collettività. Resta inteso che non è nostra intenzione effettuare una difesa corporativa a prescindere, chi sbaglia deve pagare e se veste una divisa deve pagare il doppio, ma questo non ha nulla a che vedere con le strumentalizzazioni degli ultimi giorni. Ricordiamoci che una narrativa sbagliata può generare mostri che non esistono.


L’EDITORIALE DEL SEGRETARIO GENERALE

Stefano Paoloni

 

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