Non so a chi di preciso si riferisca il senatore Manconi, quando nell’intervista che ha rilasciato il 5 luglio, parla di “micro-sindacatino” che lo accusa di essere il leader del partito dell’Antipolizia, e che lo fa in vena comica per “perseguire mire politiche per fare carriera”. Beh, a giudicare dai fatti oserei dire, se non il leader certamente un operoso attivista. Ho coniato io il termine “partito dell’Antipolizia” che non è una struttura organizzata, ma esprime un modo di essere e di pensare all’interno della pseudo cultura autoreferenziale italiana, del circuito mediatico e anche in Parlamento. oltre a ciò Le rilevo, caro senatore Manconi, che il Sindacato Autonomo di Polizia non è di certo un micro-sindacatino, ma il secondo sindacato di Polizia e rappresenta 18mila persone. Essere definiti micro-sindacatino perché? Perché quello che abbiamo portato in evidenza circa l’assurda legge sul reato di tortura è la verità? Ovvero che si tratta di un’assurda accozzaglia normativa che, oltre a delegittimare la professione dell’operatore di Polizia, non è idonea neppure a tutelare il torturato o presunto tale?
E’ questo il problema, senatore Manconi? Guardi, Le dico con tutta serenità, che avrei immenso piacere a misurarmi con Lei in un confronto pubblico sull’argomento. Prenderei parte volentieri ad un dibattito pubblico sul tema, perché credo di avere delle grandi argomentazioni a riguardo. Se le sue intenzioni erano davvero quelle che ha dichiarato, ovvero difendere l’onorabilità delle Forze dell’Ordine, di certo, mai come in questo caso, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni! Io penso invece, caro senatore Manconi, che Lei di sicuro, non solo non è riuscito nel suo obiettivo sin dal testo iniziale, ma si nasconde anche dietro al concetto di “plurale”, perché se la convenzione delle Nazioni Unite del 1984 alla quale si è ispirato, parla di violenza fisica, è chiaro che si intende violenza fisica in senso generico. Non è un problema di reiterazione della violenza, perché la tortura per sua natura, è un qualche cosa che si protrae nel tempo. Caro senatore Manconi, giocare in questo modo, appellandosi ai concetti di singolare e plurale, denota tanto la mancanza di argomenti e se non accetterà il mio invito al confronto quest’ultimo aspetto emergerà ulteriormente.