Contratto, riordino, turnover, formazione, dotazioni, strutture: sono questi i temi sui quali, dopo la pausa estiva, la società civile e il Governo saranno chiamati a riorganizzare, nell’ambito della sicurezza interna, in vista dell’approvazione della Legge di Stabilità. La sicurezza di uno Stato non si fa con le chiacchiere, ma con la volontà di rendere effettivi ed efficienti gli apparati, finanziandoli e mettendo i professionisti della sicurezza in condizioni di operare. Perché portare gli operatori della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria e della Forestale alla demotivazione o a vivere con la sua famiglia poco al di sopra della soglia della povertà, è da irresponsabili in quanto si rischia di compromettere l’indipendenza della funzione. Stesso discorso per tutto ciò che riguarda il riordino delle carriere, sul quale il Parlamento è impegnato da quindici anni, senza essere mai riuscito a a dare una soluzione non avendo risorse sufficienti. Dotazioni e corsi di formazione? Discorso analogo. Le strutture del nostro Paese, il sesto nella top ten delle Nazioni industrializzate, sono fatiscenti e luride. E non ci sono neppure i fondi per le pulizie o per la cancelleria! Vogliamo parlare delle divise degli agenti? Parliamone: nel 1992 si spendeva per il vestiario l’equivalente 90 milioni di euro. Nel 2014 si è passati a 15,8 milioni. L’epilogo è scontato: spesso i colleghi sono costretti ad acquistarle di tasca propria.
Questa presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica può essere fonte di grande responsabilità politica. E sarà proprio grazie all’azione del SAP- con le nostre battaglie e il mio sciopero della fame durato 61 giorni- se il governo, dopo 15 anni, sarà in grado di rispondere alle nostre istanze sciogliendo i cordoni della borsa per non dover pagare un prezzo ulteriore in termini elettorali. Perché anche la brava gente di tutta Italia l’ha capito: la sicurezza interna è la priorità per ogni Stato democratico, lo certificano anche i dati dell’Istat sulle esigenze primarie dei cittadini. Lo diciamo fuori dai denti: la sicurezza può rappresentare, in una situazione di terrorismo e di generale abbandono, un fendente (politicamente parlando) mortale. Anche per questo Governo.