Inutile spiegare quanto risulti importante il cambio al vertice della Polizia con la nomina del Prefetto Gabrielli, un avvicendamento atteso e salutare, dal quale tutti, non solo il SAP, si attendono molto. Siamo moderatamente fiduciosi, ma non è certo possibile esprimere ora un vero e proprio giudizio e nemmeno sarebbe giusto farlo poiché devono essere i fatti a parlare, mentre per adesso sul piatto ci sono solo le aspettative e gli auspici. Positivi e favorevoli, indubbiamente, ma pur sempre da riscontrare. Per quanto ci riguarda non potremo che formare le nostre valutazioni in relazione agli obiettivi individuati nell’ultimo congresso nazionale, quello da cui è nato il SAP 2.0. Va detto che il lavoro da fare per il nuovo Capo è tanto e duro, oserei dire titanico: qui c’è da realizzare una vera e propria rivoluzione culturale che consenta di rivoltare letteralmente la Polizia. Nel progetto del SAP infatti c’è l’introduzione del diploma come titolo di studio nel bando di arruolamento da agente e la conseguente collocazione del ruolo di base nella carriera di concetto. Del resto questo succede già da tempo, per esempio, nella Polizia Locale, dove gli agenti sono inquadrati nel livello retributivo "C", assieme a geometri, ragionieri ecc.., al di sotto solo del personale laureato del livello "D". Ora, non che per forza ci dobbiamo sentire migliori di quelli che un tempo si chiamavano Vigili Urbani, ma certamente non peggiori! Al Dipartimento però non interessa valutare tale incongruenza frustrante per il personale ed indecorosa per l’intera organizzazione, preferendo rincorrere improbabili e poco credibili obiettivi di miglioramento attraverso interventi di tutt’altro tipo. Anche se risulta difficile, per non dire impossibile, negare che il maggior beneficio in senso generale non si possa che ottenere migliorando e professionalizzando la parte più numerosa della struttura. Sostenere il contrario è una furbata che non arriva lontano, quantomeno non convince il SAP e nemmeno la comunità dei poliziotti. La verità è forse che la scelta di bloccare e svilire la fascia di base è gradita ai corpi militari, soggetti con i quali il Ministero cerca un accordo senza sostenere con forza adeguata le proprie esigenze. Poco importa se da qui in avanti avremo la maggior parte dei nostri colleghi che si ritroveranno ad andare in pensione con scarse soddisfazioni sul piano lavorativo e un pessimo assegno per la vecchiaia.
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