Editoriale del Segretario Generale Carissimi colleghi, oggi lunedì 4 aprile siamo arrivati al 61°+14 giorni di sciopero della fame dei poliziotti del SAP. Siamo nella fase 2 della nostra battaglia.
Questa settimana ho proseguito il tour che intendo fare in tutta Italia. Sono stato a Udine, Gorizia e Trieste per incontrare i cittadini e i poliziotti
e spiegare loro che l’apparato della sicurezza ha subito dei fortissimi tagli.
Ho trovato un’ulteriore conferma: abbiamo bucato la cappa della censura di Palazzo e di regime. Con lo strumento dei social siamo arrivati alla gente.
Tra l’altro non avevamo fatto comunicati stampa. Le persone sono venute proprio perché si è creato una sorta di “porta a porta” su Facebook.
Mi hanno stretto la mano e mi hanno ringraziato. E soprattutto mi hanno dimostrato la vicinanza alla nostra battaglia. Vicinanza al problema che loro patiscono tutti i giorni, dovuto alla debilitazione dell’apparato della sicurezza.
Sono state tantissime anche le rappresentanze politiche che sono venute a portarmi la loro solidarietà. Tra l’altro mercoledì scorso anche
il Consiglio provinciale di Catanzaro ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per esprimere sostegno alla mia protesta, così come avevano fatto in precedenza i Consigli comunali di Genova, Catania, Arezzo e Venezia.
Il mio sciopero della fame, durato 61 giorni, è stato un grande sacrificio. Questo vale anche per il collega Mauro Di Ceglie, che è arrivato al 13° giorno
di astensione dal cibo. Gli sono vicino e lo ringrazio per questo gesto, come ringrazio anche tutti gli altri poliziotti che in questi mesi hanno raccolto il mio testimone.
La scorsa settimana è stata la volta di Alessandro Caporale, delegato SAP di Milano e di Carlo Pasquale Morleo, delegato SAP di Novara.
La cosa importante è che grazie al sacrificio dello sciopero della fame riusciremo ad attenzionare questo problema all’opinione pubblica e a farlo conoscere ancora di più.
Questa sarà la nostra carta vincente perché intendiamo contestare dei tagli assurdi.
Scusate cari colleghi, al di la di indegni atteggiamenti consortieri e conniventi, mancano i soldi per la formazione. Basti pensare che non si può pensare
di sconfiggere il terrorismo con un corso di 3 slide davanti cl computer. Mancano le basi per addestrare il personale. I giubbotti antiproiettile sono scaduti, i nostri uffici sono luridi,
non ci sono volanti a sufficienza. Non ci sono i soldi per un riordino delle carriere. Vanno prima ripianati obbligatoriamente gli organici. Ad oggi mancano ancora
20 mila ufficiali di Polizia Giudiziaria e non è stata data attuazione al Ruolo Speciale. Inaccettabile è inoltre la proposta paventata da alcuni, di destinare gli 80 euro
una tantum al riordino della carriere. Per l’ennesima volta si vuole propinare un giochino contabile per spostare questi 80 euro da una tasca a un’altra.
Oggi li chiamano una tantum, domani riordino delle carriere. Ma sempre questi sono.
È una situazione che deve mutare per forza di cose. La sicurezza non può essere declassata ma va riportata alla primaria attenzione dell’attività di governo.
Lo ripeto ancora una volta: bisogna trovare i soldi per i giubbotti antiproiettile, i caschi, le divise, le armi, la formazione solo per citare alcuni capitoli di spesa.
Non si può fare propaganda con la sicurezza. Questo è inaccettabile.
I ♡ Polizia
Questa settimana ho proseguito il tour che intendo fare in tutta Italia. Sono stato a Udine, Gorizia e Trieste per incontrare i cittadini e i poliziotti
e spiegare loro che l’apparato della sicurezza ha subito dei fortissimi tagli.
Ho trovato un’ulteriore conferma: abbiamo bucato la cappa della censura di Palazzo e di regime. Con lo strumento dei social siamo arrivati alla gente.
Tra l’altro non avevamo fatto comunicati stampa. Le persone sono venute proprio perché si è creato una sorta di “porta a porta” su Facebook.
Mi hanno stretto la mano e mi hanno ringraziato. E soprattutto mi hanno dimostrato la vicinanza alla nostra battaglia. Vicinanza al problema che loro patiscono tutti i giorni, dovuto alla debilitazione dell’apparato della sicurezza.
Sono state tantissime anche le rappresentanze politiche che sono venute a portarmi la loro solidarietà. Tra l’altro mercoledì scorso anche
il Consiglio provinciale di Catanzaro ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per esprimere sostegno alla mia protesta, così come avevano fatto in precedenza i Consigli comunali di Genova, Catania, Arezzo e Venezia.
Il mio sciopero della fame, durato 61 giorni, è stato un grande sacrificio. Questo vale anche per il collega Mauro Di Ceglie, che è arrivato al 13° giorno
di astensione dal cibo. Gli sono vicino e lo ringrazio per questo gesto, come ringrazio anche tutti gli altri poliziotti che in questi mesi hanno raccolto il mio testimone.
La scorsa settimana è stata la volta di Alessandro Caporale, delegato SAP di Milano e di Carlo Pasquale Morleo, delegato SAP di Novara.
La cosa importante è che grazie al sacrificio dello sciopero della fame riusciremo ad attenzionare questo problema all’opinione pubblica e a farlo conoscere ancora di più.
Questa sarà la nostra carta vincente perché intendiamo contestare dei tagli assurdi.
Scusate cari colleghi, al di la di indegni atteggiamenti consortieri e conniventi, mancano i soldi per la formazione. Basti pensare che non si può pensare
di sconfiggere il terrorismo con un corso di 3 slide davanti cl computer. Mancano le basi per addestrare il personale. I giubbotti antiproiettile sono scaduti, i nostri uffici sono luridi,
non ci sono volanti a sufficienza. Non ci sono i soldi per un riordino delle carriere. Vanno prima ripianati obbligatoriamente gli organici. Ad oggi mancano ancora
20 mila ufficiali di Polizia Giudiziaria e non è stata data attuazione al Ruolo Speciale. Inaccettabile è inoltre la proposta paventata da alcuni, di destinare gli 80 euro
una tantum al riordino della carriere. Per l’ennesima volta si vuole propinare un giochino contabile per spostare questi 80 euro da una tasca a un’altra.
Oggi li chiamano una tantum, domani riordino delle carriere. Ma sempre questi sono.
È una situazione che deve mutare per forza di cose. La sicurezza non può essere declassata ma va riportata alla primaria attenzione dell’attività di governo.
Lo ripeto ancora una volta: bisogna trovare i soldi per i giubbotti antiproiettile, i caschi, le divise, le armi, la formazione solo per citare alcuni capitoli di spesa.
Non si può fare propaganda con la sicurezza. Questo è inaccettabile.
I ♡ Polizia