La legge di stabilità, arrivata dopo un lungo e travagliato percorso al vaglio del Parlamento, conferma quello che abbiamo sostenuto fin da luglio e anche prima: lo sblocco salariale ci sarà.
Il problema resta sempre quello: dov'è la fregatura? Leggendo e analizzando con obiettività il testo che ora dovrà essere approvato da Camera e Senato - non lasceremo nulla di intentato per modificarlo - si capisce e si conferma quel che abbiamo paventato e temuto: lo sblocco sarà finanziato in gran parte con nostri soldi, pertanto con una mano si prende da una tasca (del poliziotto) e con l'altra si toglie da un'altra tasca (sempre dello stesso poliziotto).
Innanzitutto, per i dirigenti non vi sarà alcun tipo di sblocco, sia per quel che riguarda l'incremento annuale Istat e sia per quel che concerne la progressione automatica degli stipendi. Inoltre, per il 2015 saranno sottratti 119 milioni di euro al Riordino delle carriere, la stessa cifra viene tolta anche per il 2014 più un residuo di 13 milioni relativo agli anni 2012 e 2013. In totale 251 milioni che, divisi per i circa 400.000 operatori dei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico, fanno 627 euro a testa in meno. Mica noccioline.
Sino a dicembre 2018, poi, l’ammontare dell’indennità di vacanza contrattuale sarà ferma a quella in godimento al 2013.
Ancora, fino a dicembre 2015 non vi saranno assunzioni, con un risparmio stimato in 27 milioni di euro.
Uno stop di un anno che avrà conseguenze pesanti sulla mobilità interna del personale, sui trasferimenti da una provincia all'altra, sulla funzionalità di uffici e reparti che già oggi sono sotto organico. Non solo.
La legge di stabilità prevede pure - come abbiamo denunciato per primi nella nostra analisi di due Flash fa, salvo poi essere 'seguiti' e ricopiati 7 giorni dopo dalla Consorteria che, evidentemente, deve rifarsi la verginità dopo aver appoggiato e favorito una delle manovre finanziarie più penalizzanti della storia della Repubblica per il nostro comparto - l'azzeramento degli Accordi Nazionali Quadro entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge.
Una revisione che dovrà tenere conto delle misure di spending review.
Che cosa vuol dire? Significa in buona sostanza che anche in questo settore ci sarà un pesante taglio della spesa corrente perchè entreranno in vigore presupposti più stringenti per gli straordinari, le indennità, i cambi turno, le reperibilità, i riposi compensativi che potranno essere utilizzati senza limitazioni anziché pagare gli stessi straordinari.
Anche per quel che riguarda gli orari in deroga, quindi i nostri servizi quotidiani, le cose sono destinate a peggiorare perchè l'Amministrazione si limiterà soltanto a informare i sindacati che non avranno, in materia, potere contrattuale.
Peggiorerà in particolare la situazione dei colleghi cinquantenni, in considerazione anche dell'aumento dell'età media del personale.
Per chiudere il quadro, ecco la chiusura dei 267 presidi a cui si aggiungeranno altri uffici di Specialità, della Frontiera, dei Commissariati. Questo è il prezzo che paghiamo per lo sblocco del tetto salariale.
Un prezzo che non vogliamo corrispondere e che qualcuno, in periodo di disdette e tesseramenti, vuol nasconderci.
A questo proposito lanciamo un chiaro avviso alla Consorteria: non costringeteci a riaprire la polemica interna sul mercimonio delle tessere.
Non lasceremo correre e se necessario porteremo la questione in Parlamento e in tutte le sedi necessarie.
Tornando alle cose che contano, quali passi adesso dobbiamo fare? Il SAP 2.0 continua la propria mobilitazione attraverso l'operazione #piazzapermanente, con interventi quotidiani presso il Dipartimento e sui media per sensibilizzare il Governo. Non escludiamo altre azioni e iniziative eclatanti. Soprattutto, grazie alla fitta rete di amici e contatti che il SAP ha coltivato in ogni partito politico, lavoriamo già in queste ore per far modificare la legge di stabilità in Parlamento.
Affinché lo sblocco salariale non sia l'ennesima fregatura a danno delle donne e degli uomini in divisa.
NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA'